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Di recente alcuni importanti pediatri si sono schierati contro l’autosvezzamento: nasconderebbe insidie e pericoli. A noi sembra invece che le insidie si nascondano sempre negli stessi posti e che il comandamento sia sempre lo stesso: comprate, comprate, comprate… 

Attualmente sembra che il nemico da colpire sia l’autosvezzamento, meglio definito come Alimentazione Complementare a Richiesta (ACR). Questo, sia chiaro, ci fa solo piacere, per il semplice motivo che fino a qualche anno fa era praticamente ignorata, mentre ora si moltiplicano le dichiarazioni di accademici, su giornali, giornaletti e siti web, volte a mettere in guardia sui pericoli nascosti in questo insidioso metodo.

La ragione vera di tutto ciò è che l’ACR comincia a far paura, e per vari motivi. Il primo è che, per la sua “normalità” e garanzia di risultato, si sta diffondendo velocemente tra famiglie e pediatri; il secondo, che il suo fratellastro britannico, il Baby Led Weaning, sta stimolando un’abbondante ricerca scientifica che nessuno si può più permettere di ignorare. L’affanno cui assistiamo dipende dal fatto che, invece, nel caso del vecchio svezzamento, di basi scientifiche non ce ne sono proprio.

Dunque, ai tradizionalisti non resta che abbarbicarsi alla supposta superiorità degli alimenti specifici per lattanti. Aspetto questo che, non si sa perché, assume rilevanza solo in Italia. Al di là delle Alpi nessun pediatra se ne cura, e l’uso di questi prodotti entra in discussione solo in merito a una loro supposta praticità per non dover cucinare qualcosa in più apposta per il bambino, problema che con l’ACR è brillantemente superato.

Anche la Commissione Europea si è espressa sul tema del baby food dichiarandone la totale inutilità e raccomanda invece il consumo degli stessi alimenti destinati a tutta la famiglia. “Ma le famiglie mangiano male!” Certo, e precisamente questo è l’enorme vantaggio dell’ACR, che obbliga le famiglie ad aggiustare la propria dieta con benefici per tutti, piccoli e grandi.

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Baby food? No grazie!